Una mano che tiene una valigia. Con questo semplice ma immediato messaggio Castellavazzo ha voluto rendere omaggio a tutti i suoi cittadini che hanno lasciato la terra d’origine per recarsi all’estero a lavorare.
È stato scoperto sabato 21 luglio, in occasione dell’assemblea annuale dei Bellunesi nel Mondo, il cippo in pietra di Castellavazzo realizzato completamente a mano presso la Bottega dello Scalpellino, sezione operativa del Museo della Pietra e degli Scalpellini.
La collocazione davanti al municipio, nel centro dell’abitato, vuole rinsaldare idealmente il legame tra Castellavazzo e i suoi figli lontani, molti dei quali si tengono costantemente aggiornati della vita in paese e delle attività che in esso si svolgono.
Molto apprezzato è stato il discorso che ha anticipato la benedizione, nel quale Don Sergio Pellizzari ha accostato alcuni aspetti materiali della pietra alla difficile condizione umana di chi è lontano da casa.
A Rosy e Luigi Zoldan, rientrati da alcuni anni dopo un lungo periodo trascorso in Svizzera per lavoro e nell’occasione visibilmente emozionati, è invece toccato l’onore di togliere il drappo tricolore dalla stele.
La giornata è stata una festa per tutto il paese, con la festosa invasione degli emigranti con i loro stendardi, della banda di Ponte nelle Alpi e la presenza dell’Assessore Regionale Oscar De Bona, del Consigliere Dario Bond e del Presidente della Provincia Sergio Reolon.
Il monumento coniuga vari aspetti dell’emigrazione locale, essendo la lavorazione della pietra proprio uno dei motivi principali che hanno determinato la partenza di varie persone e famiglie intere, in ragione di una professionalità riconosciuta anche oltre confine.
La pietra cavata nei dintorni del paese, forte di una storia plurimillenaria e di qualità fisiche e architettoniche molto apprezzate, ha raggiunto e raggiunge tuttora varie località mondiali.
Giorgio Zoldan, uno dei volontari dell’Associazione Pietra e Scalpellini che ha realizzato l’opera, dice orgoglioso: <<Abbiamo prontamente raccolto la proposta del Sindaco Franco Roccon e l’abbiamo voluta trasformare in realtà, abbinando l’antica tradizione degli scalpellini ad un messaggio semplice ma profondo. Un doveroso tributo alla nostra gente che è partita da questi luoghi e che in taluni casi non ha potuto nemmeno farvi più ritorno>>.
Successivamente a questo momento si sono svolti i lavori assembleari presso la palestra comunale ed infine il pranzo sotto il tendone in centro de paese per tutti i partecipanti.