Rosy Bindi in visita al Museo degli Scalpellini
Nella sua casa cadorina ha voluto la Pietra di Castellavazzo
Nelle scorse settimane al Museo della Pietra e degli Scalpellini di Castellavazzo è giunta l’On.le Rosy Bindi, esponente di spicco della politica nazionale e nota appassionata di montagna, particolarmente legata alla terra bellunese.
Alla visita, condotta in forma privata durante un tour che l’ha vista presente anche in altre località della provincia, ha dedicato quasi un’ora, lasciandosi accompagnare dalle guide volontarie nelle 6 sezioni che costituiscono il museo.
Particolare interesse ha rivolto al settore dedicato alle vecchie tecniche di estrazione e lavorazione della pietra, soffermandosi poi attentamente sugli aspetti che ben fanno comprendere la durezza e la pericolosità del lavoro di un tempo.
Con una curiosità degna di uno studioso del settore ha poi voluto approfondire le conoscenze sulla Pietra di Castellavazzo, ammettendo di averla scelta per le pavimentazioni della sua casa cadorina in virtù delle particolari venature e varietà cromatiche, che le conferiscono un’eleganza senza eguali.
Gli operatori della Bottega dello Scalpellino hanno poi spiegato all’illustre ospite le varie attrezzature utilizzate e le fasi lavorative che portano alla realizzazione di un manufatto, ricevendo un sincero complimento per l’azione di recupero e divulgazione che vedono impegnata l’Associazione Pietra e Scalpellini di Castellavazzo fin dal 1996.
Nel breve e semplice discorso di saluto che ha tenuto nel piazzale esterno, ha voluto ricordare come anche nei piccoli paesi e soprattutto per merito del volontariato, si nascondano scrigni che custodiscono patrimoni di indubbia caratura come il museo di Castellavazzo.
Prima di congedarsi e non senza essersi affabilmente prestata per le immancabili foto di rito, l’On.le Bindi ha dichiarato di essere intenzionata a far visita nuovamente al museo, magari “mettendo la freccia” in uno dei suoi prossimi viaggi verso il Cadore.
La visita si è conclusa con il saluto a tutti i curiosi che si erano dati ritrovo all’esterno dell’edificio e dopo aver firmato il libro delle presenze, dove ha anche simpaticamente scritto: << per capire come si lavora la pietra bisogna proprio venire a Castellavazzo!>>